Arriva il personale medico. Entrano in tre e trasportano ossigeno, defibrillatore e una barella. Dopo un veloce controllo delle funzioni vitali, da fuori sentiamo che fanno delle domande agli amici cinesi “Aveva delle preoccupazioni? Era stressato?”.
Non so da chi sia stata orginata, ma sul pianerottolo si sparge la notizia che il vicino ha tentato un “suicidio cinese”. “Sì è lasciato andare”, ci spiega il portiere, “aveva litigato con la moglie, era nel panico per un articolo che non riusciva a scrivere, e allora si è seduto e ha smesso di mangiare e bere”. E con voce cupa aggiunge: “Ad aspettare la morte”.
Io ho sentito parlare di medicina cinese, di tortura cinese anche, ma sto suicidio cinese mi giungeva molto nuovo. “Povero ragazzo”, commenta la padrona di casa. “L’avevo sentito pochi giorni fa”