E, quel che è peggio, niente ha successo come l’insuccesso. Più
scendeva l’incasso dei film, più aumentava il numero degli ammiratori
di Dick, soprattutto tra coloro che non hanno letto i suoi romanzi, ma
solo le recensioni sul “Manifesto”.
Siamo ormai arrivati al punto che se dici in pubblico “fantascienza”,
c’è sempre qualcuno che commenta: “Mah, la fantascienza non mi piace.
Tranne Dick, naturalmente. Ma Dick non è fantascienza”. Che, tradotto,
vorrebbe dire: “Dick lo conosco perché ho visto Bladerunner e quel film non è Guerre stellari”.A quel punto si potrebbe suggerirgli la lettura de La svastica sul sole, o di Ubik, o di Palmer Eldritch, ma sarebbe tempo perso. Non li leggerebbe mai.
Ed è altrettanto inutile cercar di spiegare i motivi per cui alcune
cose di Dick sono attuali adesso ancor più di quando sono state
scritte. Per esempio, non abbiamo ancora finito di scoprire i tanti
significati di un racconto come Impostore.
Oggi Dick è già “il profetico autore che denuncia i media”, che si può
volere di più? La macchina hollywoodiana e il giornalismo di giornata
l’hanno confinato in una singola definizione prêt-à-porter.
via Carmilla on line